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berlucornaSissignori, Egli è risorto dalle ceneri. Ancora una volta, con amore. E già leggo in giro mille
lamentele perché “si torna a parlare di Silvio Berlusconi”. Ma perché, dove era finito?
Vi darò uno scoop: era sempre qui, non se ne è mai andato. Come non se ne era andato nel ‘95 e neanche nel 2006. Suvvia, quante volte lo abbiamo dato per morto? Quante volte abbiamo scritto un coccodrillo per il Caimano? Quante volte ci siamo galvanizzati per vittorie referendarie e ottimi risultati alle amministrative? E’ da vent’anni che abbiamo solo due scenari, con lui in campo: o stravince o perde di misura, riuscendo a paralizzare tutto e cucinando a fuoco lento l’avversario.

Certo, stavolta tutti i suoi alleati sembravano avergli voltato le spalle: ma sono l’unico a ricordare il Bossi del ’94 che dava del mafioso al cavaliere? E il Fini del 2007 che diceva “siamo alle comiche finali, non torneremo all’ovile perché non siamo pecore”? E con chi si sono alleati questi signori nel
2008? Ecco, bravi. E infatti Maroni ha subito trovato una supercazzola per giustificare l’ennesima alleanza della Lega col PdL, dopo avergli sparato addosso per mesi. Che sorpresa!

Ma vi dirò di più: non solo Berlusconi era ancora in campo, ma a differenza delle altre volte in cui era stato temporaneamente sconfitto, stavolta conservava pure una schiacciante maggioranza parlamentare. La sua ombra ha aleggiato persino sulle primarie del centrosinistra: alla fin fine non ha importanza che i suoi endorsement a uno dei candidati premier del PD fossero baci della morte consapevoli o sinceri elogi. Persino il fatto che ci possano essere stati o meno inquinamenti del voto alle primarie, conta poco. Magari Silvio ha semplicemente “trollato”, ma ha ottenuto lo scopo prefissato: divide et impera. Anche la caccia al voto del berlusconiano deluso durante le primarie, il tentativo di essere più appetibili per quell’elettorato, tradiva questo timore: Berlusconi era ancora considerato una minaccia, un tipo che poteva tornare a farsi votare da milioni di italiani con uno schiocco di dita. E i vari ex-berlusconiani che si stavano per buttare su Grillo stanno già tornando da lui: alla copia si preferisce sempre l’originale.

Certo, tra giravolte, deliranti marce indietro, il far cadere Monti per poi dichiarargli amore eterno e addirittura proporlo come suo candidato premier, salvo poi rimetterlo nella sua lista nera, i suoi “mi candido, non mi candido, anzi sì, mi candido”…questo Berlusconi crepuscolare non assomigliava a quello del finale del Caimano di Moretti, ma più al Moretti di Ecce Bombo: non ci pensate, non tranquillizzatevi. Vi siete distratti un attimo ed eccolo lì, che conquista il pubblico della D’Urso, che stringe la mano a Travaglio e Santoro, prima di annichilirli, mangiarli, digerirli e ruttarli (a proposito, grazie per avercelo resuscitato, Michele: roba che a confronto Giletti e Floris sono Woodward e Bernstein). Paura, eh?

Che succede adesso? Beh, per cominciare, nel mondo della sinistra (e non) c’è chi s’è messo a dire che è colpa dell’esito delle primarie del centrosinistra se Berlusca s’è ricandidato. Per come la vedo io è tutto molto semplice. Berlusconi ha banalmente messo in campo il candidato più potente che aveva: se stesso. Seriamente, pensate che un Alfano o un Samorì o un Ciocorì o una Meloni photoshoppata possano prendere più voti di lui? Ma poi, sarà una colpa della sinistra se non abbiamo una destra seria in Italia? Ma che, dobbiamo fare tutto noi, per caso? Basta dirlo, eh.
Poi c’è chi dice che la sinistra non avrebbe dovuto candidare un premier ex-PCI, perché così c’è il rischio (anzi, la certezza) che Berlusconi agiterà contro di lui lo spauracchio del comunismo. Ecco, anche questi timori sul “presidente comunista” dimostrano che il maccartismo (di cui Berlusconi è stato massimo interprete in Italia) non è ancora morto: alcune polemiche nelle ultime primarie lo confermano.

Comunque diciamola tutta: se abbiamo così tanta paura di Silvio che l’unica speranza che abbiamo di vincere è che non si ricandidi, allora tanto vale che chiudiamo pure baracca e burattini, eh. Ormai è fatta: Berlusconi, chiaramente, non ha mai pensato davvero alla successione: “après moi le déluge”, dopo di me il diluvio, questo il suo motto. La gente ha votato le coalizioni di Berlusconi perché c’era Berlusconi. “Berlusconi” è un bollino, un marchio, un brand, un franchising. La gente votava l’inutile prestanome perché dietro c’era Lui. Lo so io, lo sapete voi, lo sanno loro.
La buona notizia è che Berlusconi sa fare solo un tipo di campagna elettorale: sieteisoliticomunisti, aboliremolici, restituiremolimu, menotassepertutti, millemilapostidilavoro. La brutta notizia è che alla maggioranza degli italiani quel tipo di campagna elettorale PIACE.

E non finisce qui: sappiamo tutti cos’altro aspettarci, e non sarà l’assenza di Fede o Minzolini a impedirlo. Pitbull sinistrorsi azzanneranno ignari passanti, zingari comunisti rapiranno neonati, immigrati senza permesso di soggiorno stupreranno e uccideranno a tutto spiano. Lo abbiamo già visto. Miseria, terrore e morte. Anche la Chiesa, con le sue parole abominevoli su “aborto, eutanasia e matrimoni gay gravi minacce alla pace”, è entrata in clima da campagna elettorale, almeno fino a quando non s’è ritrovata tra capo e collo le dimissioni di papa Ratzinger (che senonaltro ha temporaneamente distratto loro dalla politica e i media da Berlusconi). Il PPE, d’altro canto, ha cercato in tutti i modi di far andare d’accordo Monti e Berlusconi, per farli stare insieme, magari come poliziotto buono e poliziotto cattivo dello stesso schieramento politico. Cosa ci dimostra tutto questo? Che la destra italiana (ma anche europea) ci ritiene più rivoluzionari (e pericolosi) di quanto non faccia il nostro sfiduciato popolo di sinistra.

Che fare, allora? Cominciamo dalle basi. Notizia flash: Berlusconi non è Campanellino di Peter
Pan. Anche se affermate di non credere alle fate e ai piduisti, non sparirà. Far entrare l’hashtag #nonlovoto tra i TT e convincersi che non esista non farà diminuire i suoi voti. Quindi? Cori gospel, manifestazioni, concertoni di protesta? Ma sì, tutto fa brodo: faccio solo notare che, come scrive il mio adorato Bucknasty, “ballare la pizzica scalzi e trascurare la propria igiene intima non sono un metodo efficace per impedire la rielezione di un politico”.

Un sano allenamento potrebbe essere quello di non leggere gli articoli dei vari finto-terzisti: giornalisti anche molto intelligenti e arguti, che han sempre giustificato e minimizzato qualsiasi nefandezza berlusconiana spacciandosi per “equidistanti”. Panebianco, Galli della Loggia, Battista, Ostellino: se sei giovane probabilmente manco sai chi siano. Continua così. Se sei malato di politica come noialtri, invece, li conosci fin troppo bene. Ecco, se li conosci li eviti. Salta a piè pari, consiglio mio, anche i vari articoli di retroscena con le varie voci di corridoio, i “si dice che” e roba simile: sport nel quale Maria Teresa Meli è campionessa nazionale. La tua bile ringrazierà e soprattutto eviterai di perdere tempo prezioso in elucubrazioni inutili: se non ti fidi, controlla pure quanti di questi retroscena si sono rivelati affidabili e veritieri, in passato.

Quando Berlusconi è sceso in campo qualcuno di voi manco era nato: io avevo 10 anni. In tutti
questi anni di berlusconismo, se c’è una cosa che ho capito è questa: non c’è un metodo esatto per
affrontare Berlusconi. Se lo ignori, non lo nomini e lo chiami “il principale esponente dello
schieramento a noi avverso”, vince lui. Se lo critichi, fai antiberlusconismo e vince lui. Se scrivi
articoli come questo, sei un radical-chic spocchioso che non sposta un voto che sia uno. E così via.
Alla fin fine, solo una cosa puoi fare per batterlo: non votare lui. E ricordare che le fasi di
antipolitica sono quelle che lo avvantaggiano: lui i suoi voti ce li ha, in fondo. Quando è in fase
calante può sperare solo in una cosa: che gli “altri” vincano male. E si sa, a noi questa sinistra
delude spesso, perché hanno sbagliato spesso, perché qualcuno è di troppo e non lo capisce, perché
qualcuno è francamente imbarazzante e così via. E poi ci sono gli scontenti, quelli che non votano il
centrosinistra perché forse, chissà, se non avrà i numeri potrebbe allearsi con l’Uddiccì…quindi siccome mancheranno i voti degli scontenti, il centrosinistra non avrà i numeri e forse sarà costretto ad allearsi davvero con l’Uddiccì, per governare. Si chiamano “profezie che si auto-avverano”, pensateci. Detto ciò, non cercherò di convincervi con la scusa del voto utile e del meno peggio, che sennò peggioro la situazione.

Un’ultima cosa posso chiedervi: siate vigili, studiate la Storia (quella recente, soprattutto) e ricordatevi bene chi e cosa è stato Berlusconi. No, il problema vero non è “fa le corna, fa cucù, è poco educato” e neanche “va a letto con le prostitute”. Se per voi Berlusconi è solo questo, allora non avete capito bene la portata del personaggio. Poi c’è la domanda da un milione di dollari, quella che quasi tutti si sono fatti almeno una volta nella vita: Berlusconi è mafioso? Chiunque si è fatto la sua idea su questo, la verità la sapremo chissà quando. Ma il punto, di nuovo, non è questo. L’unica cosa certa è questa: Berlusconi è un italiano che ha avuto nelle sue mani un immenso potere e che non ha avuto scrupoli nell’esercitarlo nel modo più spregiudicato, mettendo a repentaglio l’Italia e gli italiani per i suoi scopi personali. Per dirne solo una: persino Andreotti ha accettato di sottoporsi a processo, Berlusconi invece ha rischiato di distruggere lo Stato di Diritto e la giustizia italiana, pur di sottrarsi ai suoi processi.

Questo potete fare: dimenticatevi di quanto vi sembri ridicolo, vecchio, al capolinea. Ricordatevi
che l’avete già pensato in passato, sbagliando. Guardatevi i suoi vecchi video, le sue vecchie dichiarazioni. Guardate com’era Berlusconi quando era potente (potente lo è tuttora: facciamo “quando la sua potenza era percepita anche all’esterno”). Non guardate le barzellette anti-Silvio che fanno ridere solo noi, le caricature, le vignette. Guardatelo com’era quando bastava che a Sòfia lui (o uno dei suoi) alzasse un sopracciglio e a Roma la Rai chiudeva programmi e licenziava giornalisti e attori satirici. Guardate com’erano tv e società prima e dopo il 2001. Dovrebbe bastare. Dai, persino uno dei miei zii ha giurato che non lo vota più. C’è speranza per tutti.

di Massimo Sestili