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Democratici, Elezioni, Obama, primarie, Repubblicani, Romney, Santorum, USA
Quattro anni fa, gli Stati Uniti, dopo otto anni di amministrazione Bush, proprio mentre esplodeva la crisi economica del 2008, mossi dalla speranza e de una volontà di cambiamento hanno scelto Barack Obama come nuovo Presidente. Questi quattro anni sono stati, per il Mondo, anni assai complessi, soprattutto dal punto di vista Economico, e gli USA non hanno fatto eccezione: con un alto debito pubblico che li ha portati vicini al default, Barack Obama ha avuto serie difficoltà a poter mettere in atto la sua ambiziosa opera riformatrice volta a diminuire le differenze sociali in un paese così vasto e variegato. La sua riforma Sanitaria, il così detto Obama Care, volto a rendere una Sanità pubblica per pochi come quella degli Stati Uniti un servizio veramente pubblico, è stata forse uno dei simboli dell’attività del primo mandato di Obama Presidente: suo cavallo di battaglia in campagna elettorale, dal lungo iter legislativo, per via delle opposizioni trovate anche all’interno dei Democratici stessi, la legge ha reso più solido il consenso di Obama in parti deboli della popolazione come gli Afro-Americani che erano già stati il suo zoccolo duro alle elezioni del 2008, ma gli ha inviso ulteriormente altre aree dell’elettorato, a partire da quella più conservatrice. Quest’area politica, infatti, si è mostrata molto attiva nell’opposizione ad Obama, ed in seno ad essa è nato il movimento dei Tea Party, ultraconservatore, anti-tasse e radicato prevalentemente nella popolazione bianca, che ha in molti casi letteralmente dettato l’agenda politica dei Repubblicani, attivi nel costruire l’alternativa ad Obama. Quando poi i Repubblicani sono stati chiamati a scegliere, tramite le Primarie, il candidato da opporre ad Obama, sono partiti dal presupposto che difficilmente avrebbero trovato una persona più carismatica del Presidente: sono così iniziate delle Primarie che hanno visto la vittoria di Mitt Romney, candidato favorito fin dall’inizio seppur appartenente all’area più liberale del partito, area che nell’opposizione ad Obama ha avuto un ruolo ben più marginale di quella conservatrice, e probabilmente per questo la vittoria è stata più sofferta del previsto, grazie anche al sorprendente exploit del conservatore Rick Santorum. I Repubblicani si sono trovati così a dover lanciare la sfida ad Obama con un candidato come Romney che, complice anche il poco carisma, rischiava di non arrivare all’elettorato del Tea Party che tanta importanza si era guadagnato, e questo li ha costretti a scegliere come candidato Vicepresidente Paul Ryan, giovane membro del Congresso ultraconservatore.
di Stefano Mentana